Un’impresa moderna che intenda competere con successo in un mercato sempre più allargato e segnato da continue variazioni tecnologiche, non può esimersi dall’analizzare la visionaria strategia industriale prospettata dal nuovo piano a stampo teutonico Industry 4.0.
La formula Industry 4.0 fu coniata in Germania nel 2011 e venne utilizzata per la prima volta da un gruppo di ingegneri tedeschi che vollero sollecitare il governo federale ad attuare alcune politiche di lungo termine per l’automazione e la digitalizzazione del settore industriale. In senso lato, per Industry 4.0 si intende un nuovo modo di interpretare il futuro industriale, in virtù del quale, grazie all’automazione e al supporto delle tecnologie digitali, le imprese manifatturiere potranno aumentare la propria produttività accrescendo il valore dei beni e servizi offerti al mercato.
Parte dell’opinione pubblica guarda a questa dirompente iniziativa con scetticismo e sospetto, un’altra parte con moderata fiducia e sicurezza; ma, nel sottofondo di queste schermaglie ideologiche, si cela il latente timore per la rivoluzionaria spinta innovativa introdotta da Industry 4.0, che darà luogo ad una profonda transizione tecnologica, economica e sociale.
I teorici l’hanno già denominata “Quarta Rivoluzione Industriale”, e ad osservare le prime proiezioni statistiche non hanno tutti i torti: nei prossimi anni saranno creati 2 milioni di nuovi posti di lavoro, ma al contempo ne spariranno 7. L’Italia ne uscirà con un saldo in pareggio (200.000 posti creati e altrettanti persi), meglio di altri Paesi come Francia e Germania; anche le tipiche funzioni a cui eravamo abituati cambieranno volto: basti pensare che già nei prossimi cinque anni il 60% delle mansioni svolte per effetto dell’avanzata tecnologia muterà.
Stante la portata di queste novità, noi della ELTE non intendiamo rimanere al palo nella corsa all’innovazione, ma vogliamo essere soggetti attivi di settore, espandere tutti gli aspetti positivi promossi dal piano Industry 4.0 ed impegnarci a mantenere le persone al centro della Smart Manufacturing.
Siamo consapevoli che le logiche ed i paradigmi precedenti, ancorché validi e funzionanti, cambieranno, ma questa discontinuità funzionale se ben interpretata, potrà costituire un’interessante opportunità per noi della ELTE ed in generale per il tessuto produttivo italiano.
Le sfide che ci attendono sono molteplici ed oggi ancor più di ieri, per competere con la pressione concorrenziale dei paesi in via di sviluppo, i drivers strategici saranno dati dall’innovazione, dall’automazione e dalla digitalizzazione dei processi.
Federico Pacifici